14/04/2010
- conferenza
stampa di presentazione della mostra "gli olivetani
a ferrara"
Gli Olivetani a Ferrara
Rassegna di documenti e immagini su sei secoli di
presenza
Sono trascorsi settant’anni dal ritorno a
San Giorgio dei monaci della congregazione di Monte
Oliveto, e un anno dalla canonizzazione del loro
fondatore San Bernardo Tolomei. E sono anche
trascorsi circa sei secoli da quando (1409) sono
iniziate le trattative per garantire a Ferrara la
presenza della congregazione, trattative giunte a
conclusione sei anni dopo, nel 1415.
Da questa serie di anniversari è nata nel
Circolo Culturale “L’Idra” l’idea di celebrare la
presenza dei monaci vestiti di bianco, che a San
Giorgio hanno trascorso più di cinque di questi
ultimi sei secoli. Presenza importante e
significativa per il Borgo e la città.
La mostra “Gli Olivetani a Ferrara” parte
dalle origini della congregazione di Monte Oliveto e
dalla vita del suo fondatore inserita nella Siena
del Trecento, città ricca e importante sul piano
economico. Un gruppo di uomini certamente
benestanti, se non ricchi, decide di abbandonare
quel mondo e di ritirarsi verso una vita di lavoro e
di preghiera. Nasce così la congregazione di Monte
Oliveto e nasce il Monastero di Monte Oliveto
Maggiore, dal quale i monaci gradatamente allargano
il loro giro a tutta l’Italia.
A Ferrara giungono nel 1415, per volere di
Nicolò III e con i buoni uffici di Giovanni XXIII,
antipapa cui l’Estense era molto legato. Qui
vengono a San Giorgio e nel tempo fondano altri due
monasteri, quelli di Santa Maria di Baura e di
Santa Francesca Romana.
La tempesta napoleonica, che ha sconvolto
l’Europa, ha colpito tutti gli ordini religiosi,
compreso quello degli Olivetani, che sono stati
soppressi e sono scomparsi da Ferrara con la morte
del loro ultimo rappresentante nel 1847.
Dopo la ricostituzione dell’Ordine, nella
seconda metà dell’Ottocento, il ritorno a Ferrara è
avvenuto nel 1940, quando don Gregorio Palmerini, a
seguito di accordi intercorsi fra la casa madre di
Monte Oliveto e l’Arcidiocesi, ha ripreso possesso
del Monastero di San Giorgio il 6 dicembre.
* * *
Secondo l’abitudine delle rassegne ed
esposizioni organizzate negli anni scorsi, anche in
questo caso si tratta di una rassegna di carattere
prettamente divulgativo, in cui non si può pensare
di trovare documenti o immagini inedite o
sconosciute agli studiosi, ma che ha la speranza di
portare una migliore conoscenza di questa presenza
pluricentenaria ai visitatori che avranno il
desiderio e la pazienza di visitarla, cogliendo
anche l’occasione per visitare il chiostro e la
chiesa di San Giorgio.
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